mercoledì 12 luglio 2017

DEMOLIRE LA BOLOGNA NERA: UNA SPERANZA DALLA LEGGE FIANO



Come hanno chiaramente evidenziato i gruppi del Movimento 5 Stelle "Il provvedimento in esame si palesa quale sostanzialmente 'liberticida'".

Non c'è dubbio che in una DEMOCRAZIA matura non si processano le idee, neppure quelle odiose.
In una Democrazia matura si cerca di capire come sia stato possibile che 40 milioni di Italiani siano stati per 20 anni entusiasticamente fascisti, riempendo le piazze di camice nere festanti anche il 10 giugno 1940 quando venne annunciata l'entrata in guerra, e, poi, improvvisamente, i 40 milioni di fascisti che per 20 anni avevano tollerato e supportato un regime dittatoriale siano diventati tutti anti-fascisti.

In una Democrazia matura si cerca di capire come sia stato addirittura possibile che da un'ideologia totalitaria si sia passati a un'altra ideologia totalitaria dato che il 20-30% dei suddetti Italiani, prima Fascisti, siano poi diventati ferventi entusiasti Comunisti.

Succede solo nei regimi Orwelliani stile 1984 che le idee vengano processate.

Tuttavia, anche dalla Legge Fiano qualcosa di buono può arrivare.

Infatti, ben più grave del piccolo stabilimento balneare, esiste un caso emblematico al quale bisogna porre rimedio.

Il caso, tristemente famoso ormai, della BOLOGNA NERA.

Fino all'inizio degli anni 2000 Bologna era stata, per oltre 2000 anni, una bellissima Città ROSSA.

Bologna era sempre stata costruita utilizzando il mattone a faccia vista e l'intonaco rossastro.

Bologna era stata Rossa al tempo dei Romani, era stata Rossa al tempo degli Ostrogoti, era stata Rossa al tempo dei Bizantini, era stata Rossa al tempo dei Longobardi, era stata Rossa al tempo dei Franchi, era stata Rossa al tempo del libero Comune, era stata Rossa nei 500 anni di dominio papale, era stata Rossa addirittura anche durante i 20 anni del regime fascista quando la città venne arricchita dallo splendido complesso sportivo dello Stadio e delle Piscine, tutti splendidi edifici in mattoni rossi.

Neppure il regime fascista aveva osato costruire EDIFICI NERI nella ROSSA BOLOGNA !

Poi, all'inizio degli anni 2000 è successo qualcosa di strano, diciamo d'incredibile in una città "medaglia d'oro per la Resistenza".

Prima il Comune ha deciso di costruire la sua nuova sede municipale alla Bolognina completamente NERA.
Voluta dal sindaco Guazzaloca ma costruita dalle cooperative ROSSE e inaugurata dal sindaco PD.

Poi, addirittura, il Comune ha sviluppato una incredibile politica urbanistica che ha portato alla costruzione di decine di edifici NERI nell'area dell'ex-Mercato Ortofrutticolo e al Navile.

Una cosa davvero incredibile per la quale è difficile trovare una spiegazione.

Un improvviso problema delle capacità visive di sindaco e assessori?

Ma come è possibile che nessuno delle migliaia di amministratori e dipendenti comunali abbia avvertito il Sindaco della colossale sciocchezza che stava facendo?
Costruire una Bologna NERA in una città ROSSA da 2000 anni.

Forse un problema freudiano, forse amministratori ex-iscritti al partito Comunista, consci del fallimento storico del Comunismo e desiderosi di far dimenticare al mondo le loro scelte sbagliate, hanno pensato che la cosa più furba era costruire una città NERA per far dimenticare il loro passato rosso?

Non si sa.

Certo è che la nuova politica ha portato anche una certa "sfiga urbanistica" dato che le principali imprese edilizie e cooperative coinvolte nella costruzione della Bologna NERA sono quasi tutte fallite...

Oggi, grazie alla Legge Fiano esiste una speranza.

Il Ministro Gentiloni la applichi immediatamente al caso di Bologna e proceda alla demolizione della VERGOGNA INTERNAZIONALE di questi orrendi lugubri edifici neri.

Bologna, l'Italia e l'intelligenza architettonica gli saranno eternamente grati.

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