domenica 4 dicembre 2022

PNRR: LA LUNGA STRADA DI GIORGIA MELONI SE VUOLE LIBERARE L'ITALIA DALLE ORRENDE PERIFERIE SOVIETICHE

L'Unione Sovietica non c'è più dal 1991.
Il Partito Comunista Italiano è sparito poco dopo.
Ma l'architettura resta molto più a lungo delle società che la producono.
Restano ancora oggi le grandi costruzioni dell'Impero Romano e restano i Palazzi delle famiglie italiane che li eressero nel Rinascimento.

Purtroppo, restano in tutte le periferie italiane le centinaia di orrendi scatoloni brutalisti costruiti dalle Giunte Rosse governate dal PCI negli anni 1970.

Resta il Virgolone del Pilastro di Bologna, il primo kilometro di cemento dove sono inscatolate migliaia di persone, resta sempre a Bologna il mare di cemento di Casteldebole, resta il Gallaratese di Milano, restano le Lavatrici di Genova, resta il secondo kilometro di cemento, il Corviale di Roma, e restano, sempre a Roma, il Laurentino 38 e Tor Bella Monaca, restano ancora alcune delle Vele di Napoli e resta lo ZEN di Palermo.

Sono centinaia e realizzate in tutte le periferie italiane le "unità di abitazione" ispirate al modello delle periferie sovietiche.

Vennero realizzate per importare in Italia il modello del Socialismo Reale come antitesi fisica alla città borghese, alle periferie storiche del quartiere Prati e delle Città Giardino Aniene e Garbatella di Roma, alla Bolognina con i suoi portici e i suoi palazzi a corte con i caratteristici colori caldi bolognesi.

Il modello della periferia brutalista societica è invece il cemento a vista, il grigio funereo invece della vitalità dei colori italiani.

In gran parte d'Europa queste periferie sovietiche sono già state demolite: in Gran Bretagna sono state demolite le Red Towers di Glasgow, in Francia sono stati demoliti i kilometri di cemento delle Barres Ravel e Balza a La Courneve e la Barre Gentiane a Asnieres.

In Italia non è stato ancora fatto ed è molto difficile se il nuovo Governo di Giorgia Meloni non introduce nel PNRR un capitolo importante dedicato alla Rigenerazione delle periferie con la demolizione degli scatoloni e la realizzazione di nuove Città Giardino.

E' molto difficile perché il 90% dei Comuni italiani è governato da amministrazioni della Sinistra post-Comunista dove ci sono assessori all'Urbanistica e uffici tecnici pieni di architetti e ingegneri che quelle periferie brutaliste le hanno costruite o le hanno studiate all'Università dai professori di Architettura che le hanno costruite.

E' molto difficile ma si può e si deve fare. Ne va del futuro della città italiana.

Un Piano per la Rigenerazione delle Periferie Brutaliste significa uno stimolo serio e reale alla crescita economica del Paese, molto più dei vari Super-Bonus, ma significa molto di più.

Dare un segno concreto di cambiamento, adeguare lo standard di vita degli Italiani alla loro grande Tradizione Architettonica nel segno del ritrovare l'Identità della millenaria Cultura Urbana che dall'Impero Romano al Rinascimento ha diffuso nel mondo il modello di ambiente e di vita "all'italiana".

E' tempo di dare anche agli abitanti della periferia la possibilità di vivere in un ambiente urbano conviviale, la possibilità di vivere in una Città Sana.

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