giovedì 9 marzo 2023
LA BIZZARRA IDEA DI ELLY SCHLEIN SULLA "TRANSIZIONE ECOLOGICA"
la doppiezza dei Comunisti bolognesi era famosa in tutto il mondo
e Guareschi aveva coniato il termine "Trinariciuti"
per descrivere la falsità e la cieca obbedienza a ogni assurdità del Partito,
ma Elly Schlein ha la cittadinanza americana e il passaporto svizzero
e il Partito Comunista non esiste più,
ora si chiama Partito DEMOCRATICO
in ossequio alla casa madre americana che, da 35 anni, ha una politica chiara
sulle autostrade: DEMOLIRE I VECCHI VIADOTTI e realizzare NUOVI ECO-BOULEVARDS.
Allora, carissima Elly,
perché mai non condanni la follia del PD di Bologna
che aumenta da 12 a 18 corsie il vecchio FASCIO AUTOSTRADALE
e fa esattamente l'opposto di quello che fa Joe Biden
il quale finanzia con 20 miliardi di dollari
il programma FROM HIGHWAYS TO BOULEVARDS
per liberare le città dall'inquinamento e dalla segregazione
causati dai jurassici viadotti autostradali ?
lunedì 20 febbraio 2023
L'ITALIA HA BUTTATO 105 MILIARDI PER LA SUPERCAZZOLA LA FRANCIA CON 36 HA DEMOLITO SCATOLONI E COSTRUITO CITTA' GIARDINO
Ha ragione Giorgia Meloni
dal 1998 i governi francesi hanno investito 36 miliardi
per demolire centinaia di scatoloni brutalisti nelle periferie
(come la Barre Balzac in basso dove vivevano 5000 persone) e realizzare decine
di NUOVE CITTA' GIARDINO come a Plessis Robinson (foto in alto).
Invece, i governi italiani hanno buttato 105 miliardi di euro
per rivestire orrendi scatoloni brutalisti con pannelli di plastica
e, alla fine, la gente si ritroverà a vivere sempre dentro scatoloni di cemento,
in piccole scatole di appartamenti, senza potersi costruire una CASA NUOVA CON GIARDINO,
senza poter aggiungere 1 camera per i figli. senza cambiare di niente la propria vita,
senza promuovere un VERO SVILUPPO con tanto lavoro per sane imprese edilizie,
per architetti e ingegneri impegnati per anni a progettare e costruire
Nuove Città Giardino dove poter fare, ogni giorno, una VITA SANA
martedì 14 febbraio 2023
IN AMERICA DEMOLISCONO GLI IPERMERCATI, IN ITALIA CHIUDONO 2 NEGOZI DI VICINATO OGNI ORA. PERCHE' ?
le conseguenze della stupidità urbanistica
IN AMERICA DEMOLISCONO GLI IPERMERCATI
IN ITALIA CHIUDONO I NEGOZI DI VICINATO
negli ultimi 20 anni il 25% degli ipermercati americani ha chiuso
ed è stato demolito
mentre in Italia nel 2022 ne hanno aperti 76 nuovi e ogni ora chiudono 2 negozi
perché ?
perché in America le auto possono andare ovunque
e la gente ha ripreso a fare shopping nei centri storici
mentre in Italia la stupidità urbanistica ha chiuso tutti i centri storici alle auto
e, quindi, la gente va a fare la spesa dove può parcheggiare:
nei parcheggi degli enormi ipermercati in periferia
la lotta all'inquinamento, ovviamente, non c'entra nulla
dato che nel centro storico di Bologna entrano ed escono 26.000 auto al giorno
mentre negli ipermercati della periferia ne entrano ed escono 300.000
il risultato è: centri storici ridotti a cimiteri urbani senza vita e senza bambini
e sempre più traffico e sempre più inquinamento
alla faccia della "TRANSIZIONE ECOLOGICA"
martedì 10 gennaio 2023
LA BENZINA A 2 EURO E L'URBANISTICA JURASSICA
L'Italia è il Paese che, per oltre 2000 anni, ha insegnato al mondo a costruire città.
Durante l'Impero Romano e poi durante tutta l'Epoca Rinascimentale.
Oggi, questo incredibile Paese è completamente perduto.
LOST
Non solo l'Italia ha un Debito Pubblico che raggiunge il 150% del PIL, ma l'Italia è anche
un Paese privo di petrolio.
E cosa fa un Paese privo di Petrolio in un'Epoca di Crisi Energetica ?
Mentre in America il 25% degli Ipermercati ha chiuso ed è stato demolito nel corso degli ultimi 20 anni,
in Italia nel solo 2022 sono stati aperti 76 nuovi ipermercati.
76 nuovi scatoloni circondati da enormi parcheggi che attirano ogni giorno decine di migliaia
di auto, distruggendo il paesaggio e contribuendo a livelli spaventosi di inquinamento.
Infatti, mentre nel Centro Storico di Bologna ogni giorno entrano ed escono 24.000 auto -14.000 ibride o elettriche e 12.000 convenzionali, la sola coppia di enormi ipermercati Meraville e FICO hanno 5.000 posti auto nei loro enormi parcheggi.
5.000 posti auto che producono, nell'arco di 1 giornata, circa 50,000 auto in entrata o in uscita.
Il doppio delle auto che entrano ed escono nel Centro Storico di Bologna.
Ma, nella periferia di Bologna, nella sua area metropolitana, non ci sono solo questi 2 enormi ipermercati.
Ce ne sono decine.
l solo ipermercato, il Centro Borgo a Borgo Panigale, ha un parcheggio di 1.650 auto e il Centro Commerciale Shopville Gran Reno
da solo ha un parcheggio di 3.800 posti auto.
In totale, ogni giorno, tutti questi Ipermercati sorti attonro al Centro di Bologna, generano un traffico di
circa 300.000 auto.
12 volte il traffico generato dal Centro.
Per un Paese che ha oggi la benzina a 2 euro al litro e il gasolio a 2,5 euro è un atteggiamento suicida quello di
insistere a cementificare la campagna creando centinaia di ipermercati che producono un traffico insostenibile e un
livello d'inquinamento nocivo alla salute.
E' più che mai urgente che il Governo Italiano avvii una Nuova Politica Urbanistica orientata a tarsformare le periferie in
quartieri urbani integrati dove sia possibile fare la spesa a piedi all'interno di una Città Sana
E' un problema di salute, ma anche un problema economico.
L'Urbanistica Jurassica dei Comuni Italiani che continuano a costruire ipermercati circondati da immensi parcheggi
può portare l'intero Paese alla Bancarotta.
domenica 4 dicembre 2022
PNRR: LA LUNGA STRADA DI GIORGIA MELONI SE VUOLE LIBERARE L'ITALIA DALLE ORRENDE PERIFERIE SOVIETICHE
L'Unione Sovietica non c'è più dal 1991.
Il Partito Comunista Italiano è sparito poco dopo.
Ma l'architettura resta molto più a lungo delle società che la producono.
Restano ancora oggi le grandi costruzioni dell'Impero Romano e restano i Palazzi delle famiglie italiane che li eressero nel Rinascimento.
Purtroppo, restano in tutte le periferie italiane le centinaia di orrendi scatoloni brutalisti costruiti dalle Giunte Rosse governate dal PCI negli anni 1970.
Resta il Virgolone del Pilastro di Bologna, il primo kilometro di cemento dove sono inscatolate migliaia di persone, resta sempre a Bologna il mare di cemento di Casteldebole, resta il Gallaratese di Milano, restano le Lavatrici di Genova, resta il secondo kilometro di cemento, il Corviale di Roma, e restano, sempre a Roma, il Laurentino 38 e Tor Bella Monaca, restano ancora alcune delle Vele di Napoli e resta lo ZEN di Palermo.
Sono centinaia e realizzate in tutte le periferie italiane le "unità di abitazione" ispirate al modello delle periferie sovietiche.
Vennero realizzate per importare in Italia il modello del Socialismo Reale come antitesi fisica alla città borghese, alle periferie storiche del quartiere Prati e delle Città Giardino Aniene e Garbatella di Roma, alla Bolognina con i suoi portici e i suoi palazzi a corte con i caratteristici colori caldi bolognesi.
Il modello della periferia brutalista societica è invece il cemento a vista, il grigio funereo invece della vitalità dei colori italiani.
In gran parte d'Europa queste periferie sovietiche sono già state demolite: in Gran Bretagna sono state demolite le Red Towers di Glasgow, in Francia sono stati demoliti i kilometri di cemento delle Barres Ravel e Balza a La Courneve e la Barre Gentiane a Asnieres.
In Italia non è stato ancora fatto ed è molto difficile se il nuovo Governo di Giorgia Meloni non introduce nel PNRR un capitolo importante dedicato alla Rigenerazione delle periferie con la demolizione degli scatoloni e la realizzazione di nuove Città Giardino.
E' molto difficile perché il 90% dei Comuni italiani è governato da amministrazioni della Sinistra post-Comunista dove ci sono assessori all'Urbanistica e uffici tecnici pieni di architetti e ingegneri che quelle periferie brutaliste le hanno costruite o le hanno studiate all'Università dai professori di Architettura che le hanno costruite.
E' molto difficile ma si può e si deve fare. Ne va del futuro della città italiana.
Un Piano per la Rigenerazione delle Periferie Brutaliste significa uno stimolo serio e reale alla crescita economica del Paese, molto più dei vari Super-Bonus, ma significa molto di più.
Dare un segno concreto di cambiamento, adeguare lo standard di vita degli Italiani alla loro grande Tradizione Architettonica nel segno del ritrovare l'Identità della millenaria Cultura Urbana che dall'Impero Romano al Rinascimento ha diffuso nel mondo il modello di ambiente e di vita "all'italiana".
E' tempo di dare anche agli abitanti della periferia la possibilità di vivere in un ambiente urbano conviviale, la possibilità di vivere in una Città Sana.
Il Partito Comunista Italiano è sparito poco dopo.
Ma l'architettura resta molto più a lungo delle società che la producono.
Restano ancora oggi le grandi costruzioni dell'Impero Romano e restano i Palazzi delle famiglie italiane che li eressero nel Rinascimento.
Purtroppo, restano in tutte le periferie italiane le centinaia di orrendi scatoloni brutalisti costruiti dalle Giunte Rosse governate dal PCI negli anni 1970.
Resta il Virgolone del Pilastro di Bologna, il primo kilometro di cemento dove sono inscatolate migliaia di persone, resta sempre a Bologna il mare di cemento di Casteldebole, resta il Gallaratese di Milano, restano le Lavatrici di Genova, resta il secondo kilometro di cemento, il Corviale di Roma, e restano, sempre a Roma, il Laurentino 38 e Tor Bella Monaca, restano ancora alcune delle Vele di Napoli e resta lo ZEN di Palermo.
Sono centinaia e realizzate in tutte le periferie italiane le "unità di abitazione" ispirate al modello delle periferie sovietiche.
Vennero realizzate per importare in Italia il modello del Socialismo Reale come antitesi fisica alla città borghese, alle periferie storiche del quartiere Prati e delle Città Giardino Aniene e Garbatella di Roma, alla Bolognina con i suoi portici e i suoi palazzi a corte con i caratteristici colori caldi bolognesi.
Il modello della periferia brutalista societica è invece il cemento a vista, il grigio funereo invece della vitalità dei colori italiani.
In gran parte d'Europa queste periferie sovietiche sono già state demolite: in Gran Bretagna sono state demolite le Red Towers di Glasgow, in Francia sono stati demoliti i kilometri di cemento delle Barres Ravel e Balza a La Courneve e la Barre Gentiane a Asnieres.
In Italia non è stato ancora fatto ed è molto difficile se il nuovo Governo di Giorgia Meloni non introduce nel PNRR un capitolo importante dedicato alla Rigenerazione delle periferie con la demolizione degli scatoloni e la realizzazione di nuove Città Giardino.
E' molto difficile perché il 90% dei Comuni italiani è governato da amministrazioni della Sinistra post-Comunista dove ci sono assessori all'Urbanistica e uffici tecnici pieni di architetti e ingegneri che quelle periferie brutaliste le hanno costruite o le hanno studiate all'Università dai professori di Architettura che le hanno costruite.
E' molto difficile ma si può e si deve fare. Ne va del futuro della città italiana.
Un Piano per la Rigenerazione delle Periferie Brutaliste significa uno stimolo serio e reale alla crescita economica del Paese, molto più dei vari Super-Bonus, ma significa molto di più.
Dare un segno concreto di cambiamento, adeguare lo standard di vita degli Italiani alla loro grande Tradizione Architettonica nel segno del ritrovare l'Identità della millenaria Cultura Urbana che dall'Impero Romano al Rinascimento ha diffuso nel mondo il modello di ambiente e di vita "all'italiana".
E' tempo di dare anche agli abitanti della periferia la possibilità di vivere in un ambiente urbano conviviale, la possibilità di vivere in una Città Sana.
martedì 8 novembre 2022
HA RAGIONE SGARBI, S. SIRO PUO' ESSERE RISTRUTTURATO E DIVENTARE IL CUORE DI UNA NUOVA CITTA' GIARDINO
Ha completamente ragione Vittorio Sgarbi, lo stadio di S. Siro, il glorioso Meazza, puo' essere
ristrutturato e diventare il cuore di una nuova CITTA' GIARDINO.
Come è stato fatto in decine di stadi in America negli ultimi 20 anni
https://www.libreriauniversitaria.it/new-urban-stadia-tagliaventi-gabriele/libro/9788833591957
Il più famoso è quello di Miami -nella foto in alto- dove, attorno allo Stadio, sono stati
realizzati nuovi isolati urbani che ospitano parcheggi integrati con caffé, ristoranti, negozi
e altre attività comemrciali, in modo tale da far vivere l'area dello Stadio 24 ore su 24.
Ma la stessa cosa è stata realizzata nel famoso Fenway Park, sede dei Boston Red Sox,
la squadra e lo stadio immortalati nel celebre film Fever Pitch con Jimmy Fellon e Drew Barrymore
https://www.imdb.com/title/tt0332047/
A S. Siro si può realizzare un progetto modello:
lo stadio può essere ristrutturato integrandolo con 4 nuovi isolati commerciali che ospitano
negozi, ristoranti, cinema, bar, caffé, uffici e, intorno allo stadio, può essere realizzata
una nuova CITTA' SANA, cioè una Garden City con case con giardino e negozi e attività a 5 minuti a piedi
https://www.libreriauniversitaria.it/citta-sana-tagliaventi-gabriele-libreriauniversitaria/libro/9788833593579
Milano può diventare un modello per tutta l'Italia e l'Europa intera
ristrutturato e diventare il cuore di una nuova CITTA' GIARDINO.
Come è stato fatto in decine di stadi in America negli ultimi 20 anni
https://www.libreriauniversitaria.it/new-urban-stadia-tagliaventi-gabriele/libro/9788833591957
Il più famoso è quello di Miami -nella foto in alto- dove, attorno allo Stadio, sono stati
realizzati nuovi isolati urbani che ospitano parcheggi integrati con caffé, ristoranti, negozi
e altre attività comemrciali, in modo tale da far vivere l'area dello Stadio 24 ore su 24.
Ma la stessa cosa è stata realizzata nel famoso Fenway Park, sede dei Boston Red Sox,
la squadra e lo stadio immortalati nel celebre film Fever Pitch con Jimmy Fellon e Drew Barrymore
https://www.imdb.com/title/tt0332047/
A S. Siro si può realizzare un progetto modello:
lo stadio può essere ristrutturato integrandolo con 4 nuovi isolati commerciali che ospitano
negozi, ristoranti, cinema, bar, caffé, uffici e, intorno allo stadio, può essere realizzata
una nuova CITTA' SANA, cioè una Garden City con case con giardino e negozi e attività a 5 minuti a piedi
https://www.libreriauniversitaria.it/citta-sana-tagliaventi-gabriele-libreriauniversitaria/libro/9788833593579
Milano può diventare un modello per tutta l'Italia e l'Europa intera
martedì 4 ottobre 2022
DEMOLIRE LE PERIFERIE BRUTALISTE, COSTRUIRE NUOVE CITTA' GIARDINO. LA NUOVA POLITICA URBANISTICA PER IL MONDO POST-COVID 19
Le periferie sub-urbane vanno demolite e ricostruite, non rammendate.
Infatti, le periferie non sono “brutte” e invivibili perché abitate da gente strana. Le periferie sub-urbane sono “brutte” e invivibili perché sono state concepite male, sono state progettate male.
L’errore delle periferie non sta né nella gente che le abita, né nella realizzazione mal eseguita.
E il problema delle periferie non sta neppure nell’essere, per definizione, lontane dal centro. Esistono ottimi quartieri urbani che sono stati costruiti anche nel XX secolo lontani dal centro. La cosiddetta periferia storica, quella costruita in Italia dopo l’Unità è piena di ottimi quartieri urbani riconosciuti dalla gente che li abita e dai valori de mercato immobiliare.
No, il problema delle periferie sub-urbane sta nella loro concezione, nel loro progetto. Le periferie sub-urbane sono state concepite negli anni 20 del secolo passato. Sono state concepite come parte integrante dell’ideologia moderrnista che ambiva, come le contemporanee ideologie totalitarie -Comunismo, Fascismo, Nazional-Socialismo- a costruire un “uomo nuovo” e un “ambiente nuovo”, entrambi radicalmente antitetici all’uomo e alla città.
Mentre in Russia e in Germania si pianificavano e si realizzavano campi di concentramento sotto forma di Gulag e Lager, nel mondo dell’architettura si affermava la “sperimentazione” di un modello di abitare che contrastava completamente con l’ambiente della città tradizionale.
Mentre la città tradizionale è fatta di strade piene di negozi, piazze ricche di vita sociale, isolati urbani con corti dove i bambini possono giocare tranquillamente, al contrario le periferie sub-urbane venivano concepite come fatte da oggetti edilizi completamente staccati da ogni contesto, senza alcuna strada commerciale, senza alcuna piazza. Oggetti, spesso mostruosi nelle loro forme e nelle loro dimensioni, che navigano in un terreno enorme spoglio e abbandonato. Mostri di cemento lunghi 1 chilometro come il Corviale a Roma o il Pilastro a Bologna. Un terreno che veniva sottratto all’agricoltura per realizzare l’esperimento modernista.
E l’esperimento, esattamente come le analoghe sperimentazioni totalitarie, gli analoghi -ismi, è fallito miseramente.
Lo sappiamo da tanto tempo, solo che, per molto tempo, la politica italiana ha fatto finta di nulla.
Anzi.
Nel 1976, quando in America veniva demolito l’enorme complesso di Prutt-Igoe a St. Louis, Missouri, diventato invivibile e rapidamente deteriorato tecnologicamente, in Italia venivano costruiti gli orrendi piani di edilizia economico-popolare che hanno creato i vari disastri ambientali delle periferie sub-urbane: lo ZEN a Palermo, le Vele di Scampia a Napoli, il Corviale a Roma, il Pilastro a Bologna, il Gallaratese a Milano, le Lavatrici a Genova e via di seguito.
Ogni città italiana è stata vandalizzata con la costruzione di enormi scatoloni di conglomerato cementizio armato, tristi e inospitali come i bunker nazi del Vallo Atlantico a cui si ispiravano secondo la moda architettonica del tempo: il Brutalismo.
Sono stati concepiti, progettati per essere Brutali e il risultato è che sono Brutali. cadono a pezzi perché costruiti con tecniche costruttive obsolete e inadeguate all’edilizia di qualità e sono inospitali perché privi di ogni legame organico con i quartieri della città tradizionale, privi di strade commerciali con negozi diffusi, privi di piazze con porticati ed edifici pubblici, privi di corti residenziali dove i bambini possano giocare al centro di uno spazio sicuro e controllato dalle finestre di tutti gli appartamenti che lo circondano.
Oggi il problema delle periferie è diventato una priorità politica, ambientale ed economica.
Costano moltissimo perché sono state costruite come dei bunker e i bunker non sono fatti per essere abitati da esseri umani civili. Costano moltissimo perché i suoi abitanti sono mortificati dal sentirsi prigionieri di un ambiente “diverso” fisicamente, altro rispetto a quello dei quartieri della città, sia dei quartieri centrali sia di quelli periferici ma sempre urbani. La Garbatella o la Città Giardino Aniene a Roma sono quartieri periferici ma non sub-urbani. Sono altra cosa dal Corviale.
Costano moltissimo e vanno demoliti, Punto.
Spesso questi mostri ultimi dinosauri dell’epoca totalitaria del secolo passato sono talmente lontani dalle aree urbane che risulta conveniente demolirli e restituire i terreni all’agricoltura come sta facendo Brunello Cucinelli.
I loro abitanti possono essere alloggiati in nuovi quartieri urbani realizzati ristrutturando o completando le tante aree urbane vuote che ci sono all’interno delle nostre città. Nelle aree delle caserme abbandonate, nelle aree industriali dismesse, etc. Utilizzando le opere di urbanizzazione che sono già state realizzate, le strade, l’illuminazione, le reti tecnologiche.
In altri casi si possono ricostruire sul sito dei vecchi mostri sub-urbani dei nuovi eco-quartieri compatti che si ispirino alla meravigliosa struttura urbana delle città italiane tradizionali. Ci sono fortunatamente tanti esempi che possono fornire un’utile ispirazione. In Francia, nella periferia sub-urbana di Parigi c’è un comune che ha vinto il Prix Européen pour la Recostruction de la Ville, Plessis-Robinson. In questo comune sono stati demoliti più di 2500 alloggi di vecchia edilizia economico-popolare degli anni 60 e 70 del secolo passato. 2500 alloggi di edilizia Brutalista. E, al loro posto, sono stati realizzati 3 nuovi quartieri urbani e una Città-Giardino per complessivi 4000 alloggi.
Si può fare anche in Italia. Costa meno costruire una città compatta piuttosto che una periferia sub-urbana. Si può, quindi offrire una chance agli abitanti di queste aree disgraziate e fornire anche un’occasione di sviluppo alla nostra economia con una grande piano d’intervento per la ricostruzione delle periferie e il Rinascimento Urbano.
E, dopo la Pandemia da Covid 19, è evidente che le periferie brutaliste non sono solo il retaggio dei regimi totalitari del XX secolo, ma anche luoghi insani che favoriscono il diffondersi delle Pandemie.
Una Nuova Politica Urbanistica deve oggi porsi l'obiettivo di realizzare una CITTA' SANA, sia costruendo ex-novo sulle aree vuote all'interno delle città, sia operando DEMOLIZIONI e COSTRUZIONI di nuove CITTA' GIARDINO.
Infatti, le periferie non sono “brutte” e invivibili perché abitate da gente strana. Le periferie sub-urbane sono “brutte” e invivibili perché sono state concepite male, sono state progettate male.
L’errore delle periferie non sta né nella gente che le abita, né nella realizzazione mal eseguita.
E il problema delle periferie non sta neppure nell’essere, per definizione, lontane dal centro. Esistono ottimi quartieri urbani che sono stati costruiti anche nel XX secolo lontani dal centro. La cosiddetta periferia storica, quella costruita in Italia dopo l’Unità è piena di ottimi quartieri urbani riconosciuti dalla gente che li abita e dai valori de mercato immobiliare.
No, il problema delle periferie sub-urbane sta nella loro concezione, nel loro progetto. Le periferie sub-urbane sono state concepite negli anni 20 del secolo passato. Sono state concepite come parte integrante dell’ideologia moderrnista che ambiva, come le contemporanee ideologie totalitarie -Comunismo, Fascismo, Nazional-Socialismo- a costruire un “uomo nuovo” e un “ambiente nuovo”, entrambi radicalmente antitetici all’uomo e alla città.
Mentre in Russia e in Germania si pianificavano e si realizzavano campi di concentramento sotto forma di Gulag e Lager, nel mondo dell’architettura si affermava la “sperimentazione” di un modello di abitare che contrastava completamente con l’ambiente della città tradizionale.
Mentre la città tradizionale è fatta di strade piene di negozi, piazze ricche di vita sociale, isolati urbani con corti dove i bambini possono giocare tranquillamente, al contrario le periferie sub-urbane venivano concepite come fatte da oggetti edilizi completamente staccati da ogni contesto, senza alcuna strada commerciale, senza alcuna piazza. Oggetti, spesso mostruosi nelle loro forme e nelle loro dimensioni, che navigano in un terreno enorme spoglio e abbandonato. Mostri di cemento lunghi 1 chilometro come il Corviale a Roma o il Pilastro a Bologna. Un terreno che veniva sottratto all’agricoltura per realizzare l’esperimento modernista.
E l’esperimento, esattamente come le analoghe sperimentazioni totalitarie, gli analoghi -ismi, è fallito miseramente.
Lo sappiamo da tanto tempo, solo che, per molto tempo, la politica italiana ha fatto finta di nulla.
Anzi.
Nel 1976, quando in America veniva demolito l’enorme complesso di Prutt-Igoe a St. Louis, Missouri, diventato invivibile e rapidamente deteriorato tecnologicamente, in Italia venivano costruiti gli orrendi piani di edilizia economico-popolare che hanno creato i vari disastri ambientali delle periferie sub-urbane: lo ZEN a Palermo, le Vele di Scampia a Napoli, il Corviale a Roma, il Pilastro a Bologna, il Gallaratese a Milano, le Lavatrici a Genova e via di seguito.
Ogni città italiana è stata vandalizzata con la costruzione di enormi scatoloni di conglomerato cementizio armato, tristi e inospitali come i bunker nazi del Vallo Atlantico a cui si ispiravano secondo la moda architettonica del tempo: il Brutalismo.
Sono stati concepiti, progettati per essere Brutali e il risultato è che sono Brutali. cadono a pezzi perché costruiti con tecniche costruttive obsolete e inadeguate all’edilizia di qualità e sono inospitali perché privi di ogni legame organico con i quartieri della città tradizionale, privi di strade commerciali con negozi diffusi, privi di piazze con porticati ed edifici pubblici, privi di corti residenziali dove i bambini possano giocare al centro di uno spazio sicuro e controllato dalle finestre di tutti gli appartamenti che lo circondano.
Oggi il problema delle periferie è diventato una priorità politica, ambientale ed economica.
Costano moltissimo perché sono state costruite come dei bunker e i bunker non sono fatti per essere abitati da esseri umani civili. Costano moltissimo perché i suoi abitanti sono mortificati dal sentirsi prigionieri di un ambiente “diverso” fisicamente, altro rispetto a quello dei quartieri della città, sia dei quartieri centrali sia di quelli periferici ma sempre urbani. La Garbatella o la Città Giardino Aniene a Roma sono quartieri periferici ma non sub-urbani. Sono altra cosa dal Corviale.
Costano moltissimo e vanno demoliti, Punto.
Spesso questi mostri ultimi dinosauri dell’epoca totalitaria del secolo passato sono talmente lontani dalle aree urbane che risulta conveniente demolirli e restituire i terreni all’agricoltura come sta facendo Brunello Cucinelli.
I loro abitanti possono essere alloggiati in nuovi quartieri urbani realizzati ristrutturando o completando le tante aree urbane vuote che ci sono all’interno delle nostre città. Nelle aree delle caserme abbandonate, nelle aree industriali dismesse, etc. Utilizzando le opere di urbanizzazione che sono già state realizzate, le strade, l’illuminazione, le reti tecnologiche.
In altri casi si possono ricostruire sul sito dei vecchi mostri sub-urbani dei nuovi eco-quartieri compatti che si ispirino alla meravigliosa struttura urbana delle città italiane tradizionali. Ci sono fortunatamente tanti esempi che possono fornire un’utile ispirazione. In Francia, nella periferia sub-urbana di Parigi c’è un comune che ha vinto il Prix Européen pour la Recostruction de la Ville, Plessis-Robinson. In questo comune sono stati demoliti più di 2500 alloggi di vecchia edilizia economico-popolare degli anni 60 e 70 del secolo passato. 2500 alloggi di edilizia Brutalista. E, al loro posto, sono stati realizzati 3 nuovi quartieri urbani e una Città-Giardino per complessivi 4000 alloggi.
Si può fare anche in Italia. Costa meno costruire una città compatta piuttosto che una periferia sub-urbana. Si può, quindi offrire una chance agli abitanti di queste aree disgraziate e fornire anche un’occasione di sviluppo alla nostra economia con una grande piano d’intervento per la ricostruzione delle periferie e il Rinascimento Urbano.
E, dopo la Pandemia da Covid 19, è evidente che le periferie brutaliste non sono solo il retaggio dei regimi totalitari del XX secolo, ma anche luoghi insani che favoriscono il diffondersi delle Pandemie.
Una Nuova Politica Urbanistica deve oggi porsi l'obiettivo di realizzare una CITTA' SANA, sia costruendo ex-novo sulle aree vuote all'interno delle città, sia operando DEMOLIZIONI e COSTRUZIONI di nuove CITTA' GIARDINO.
domenica 11 settembre 2022
KING CHARLES III: A MASTER OF URBAN RENAISSANCE
Da quando inaugurò a Bologna la grande Mostra di Architettura A VISION OF EUROPE,
HRM King Charles III è stato un motore instancabile del processo di Rinascimento Urbano
in Europa e nel mondo.
Nel 1996, oltre a inaugurare la Triennale II di A Vision of Europe dedicata proprio al
Rinascimento Urbano, King Charles III ha anche inaugurato il nuovo quartiere di
Rue de Laeken a Bruxelles, costruito secondo i principi dell'Architettura e Urbanistica
Tradizionale sull'area dove è stato demolito uno dei primi grattacieli di Bruxelles:
la Tour Bleue.
Oltre a inaugurare mostre di Architettura e nuovi quartieri urbani, King Charles
ha anche organizzato Summer School in Civil Architecture a Viterbo, Chinon, Biarritz,
Caprarola e fondato un Institute of Architecture.
Ma la sua grande Vision sull'Architettura e l'Europa ha trovato una realizzazione concreta
nella fondazione della nuova città di Poundbury nel Dorset.
Una nuova Città Tradizionale
divisa in quattro quartieri urbani secondo il Masterplan
di Léon Krier Una nuova Città Tradizionale divisa in quattro quartieri urbani
secondo il Masterplan di Léon Krier
Oggi Poundbury è completamente realizzta, ospita strade, piazze, mercati, alloggi sociali
e insediamenti artigianali e industriali.
E' un vero modello di Urbanistica Organica Tradizionale.
6.000 persone abitano questa nuova città e sono la testimonianza della dedizione
di King Charles III verso la costruzione di un mondo migliore basato sull'equilibrio tra
Città e Campagna e una Visione di lungo periodo.
giovedì 25 agosto 2022
50 ANNI DI STUPIDITA' URBANISTICA HANNO UCCISO ANCHE IL POLIZIOTTO DI QUARTIERE
bella idea il Poliziotto di Quarriere, peccato che 50 anni di costruzione di scatoloni
circondati da immensi parcheggi e aree verdi abbandonate abbiano cancellato i quartieri.
Il Quartiere è una realtà molto precisa, si può percorrere a piedi in 10 minuti in un raggio di 500 metri,
quindi è grande al massimo 100 ettari.
Il Comune di Bologna ha 14.000 ettari ed è diviso in 6 "quartieri" di 2.300 ettari in media,
grandi come Roma capitale dell'Impero che aveva 1 milione di abitanti...
è evidente anche a un bambino che un poliziotto a piedi non può fare nulla in uno dei surreali
"quartieri" di Bologna grandi 23 volte la dimensione di un vero Quartiere
il Comune di Parigi ha 9.000 ettari ed è diviso in 84 quartieri di 110 ettari in media,
si capisce come a Parigi è possibile avere un Poliziotto di Quartiere,
a Bologna e nella maggior parte delle città italiane devastate da 50 anni di Stupidità Urbanistica invece no.
Non è possibile
la mappa dei 6 "quartieri" di Bologna
sabato 16 luglio 2022
LA CITTA' DEI 15 MINUTI PER RIGENERARE LE PERIFERIE E PROMUOVERE UNA VITA SANA
Nella marea d'investimenti previsti dal PNRR non c'è nulla sulla RIGENERAZIONE delle città
secondo il modello della CITTA' SANA
questa, invece, è la priorità n. 1 per la società che esce dalla Pandemia
Il PNRR deve occuparsi di trasformare le orrende periferie brutaliste piene di scatoloni
in nuove CITTA' GIARDINO secondo il principio della 15-minute City
offrendo a tutti i cittadini la possibilità di vievere in una casa con giardino
avendo a 5-10-15 minuti a piedi accesso a tutte le attività
in modo tale da promuovere una vera VITA SANA
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