Sono tristi giorni in Italia dopo i 2 gravi disastri capitati a Bologna e a Genova.
Ma non sono fatalità.
Sono anni che lo scriviamo e lo ripetiamo in conferenze e pubblici dibattiti.
Le autostrade e tangenziali che passano all'interno delle città sono fonti d'inquinamento e costituiscono un grave pericolo per i cittadini che abitano i quartieri limitrofi.
Si sa da decenni.
I viadotti crollano, i ponti crollano perché sono vecchi e perché sono costruiti in conglomerato cementizio armato e la grande fragilità di queste strutture è legata alla facilità con la quale l'acqua entra all'interno delle travi e dei pilastri e aggredisce le barre metalliche.
Quando le barre metalliche sono corrose, le ossature in conglomerato cementizio armato possono crollare.
Vanno manutenzionate.
Certo.
Ma la manutenzione è solo un palliativo.
Dopo 30 anni queste strutture sono obsolete e andrebbero demolite e ricostruite.
Ora, in Italia, non si può più aspettare.
Quante altre tragedie ci vogliono perché ci si renda conto che in decine di città, a partire da quelle dell'America che ha costituito proprio il riferimento per la cultura dell'auto e dell'autostrada, proprio in America, le autostrade urbane vengono demolite da 30 anni.
Vengono demolite e sostituite con BOULEVARDS e i tracciati autostradali spostati fuori città o interrati.
Basta solo fare tesoro dell'esperienza.
Abbiamo i casi di san Francisco dove ben 2 autostrade urbane sono state demolite, abbiamo i casi di Boston, Seattle, Milwuakee, New York, Oklahoma City, Montreal, Portland, e poi Seul, e poi Madrid, e poi Lione...
E' tempo che il nuovo governo italiano avvii una nuova politica di Rigenerazione Urbana, a Bologna e a Genova anzitutto.
Ma, poi, in tutte le città italiane.
Mr. Toninelli, come diceva il Presidente Reagan a Berlino: "demolisca questi vecchi viadotti e offra una prospettiva di sviluppo eco-compatibile alle città italiane".
Subito
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